mercoledì 9 gennaio 2013

American Horror Story: Asylum - Intervista a Jessica Lange

La straordinaria Jessica Lange , racconta a Vulture la sua esperienza nella seconda stagione di American Horror Story.


Per prima cosa dovremmo parlare del “Name Game”
[Ride.]
…è stato pazzesco. L’ho adorato.
Ha funzionato?
Ha funzionato, certo!
Non lo sapevo! Ho pensato: Siamo andati troppo oltre? Riusciremo davvero a cavarcela? E’ pazzesco, sono contenta sia piaciuto e sono contenta di non essermi umiliata del tutto. [Ryan Murphy] voleva davvero che assomigliassi a Dusty Springfield.
Come è venuta fuori l’idea?
Avendo già avuto un flashback di Jude che faceva la cantante in una band anni quaranta, gli ho detto:“Fammi fare un altro numero. Perchè tutto quello che facciamo è così macabro.” E’ divertente cantare, anche se non sono una cantante. Lui ha detto di sì e, dal nulla, è venuto fuori questo.
Cosa pensi significhi che Sister Jude abbia questa visione?
Chi lo sa cos’ha in mente Ryan? Ma credo che l’idea di perdere l’identità in posti come quello, l’intero sistema di immagazzinare anime, non sapere più chi sei… credo sia quello! [ride.] Credo anche che, dall’episodio dieci, abbiamo tutti pensato: “Gesù dobbiamo fare qualcosa di un po’ più leggero e allegro“. Ed è stato bello, mi sono divertita tanto a fare quella scena.
Evan Peters sembra essersi divertito un mondo.
Credo che si sia davvero divertito. E’ un bravo ballerino, vero? Aveva quell’aria da ragazzo cattivo. Una delle cose più belle di questa stagione è l’intero cast. Una volta ho chiesto se si sarebbero aspettati che il loro personaggio rimanesse lo stesso, quando andarono alle audizioni. Dovevano dimostrare qualcosa ai produttori? Lo hanno fatto, per la maggior parte. Vedendo il lavoro così ricco e così variegato e specifico che hanno fatto fin’ora e poi vederli fare questo numero? E’ stata la parte più divertente e siamo tutti d’accordo su questo.
Hai chiesto a Ryan Murphy di cantare e ballare e lui ha acconsentito. C’è qualcosa che vorresti chiedere per la terza stagione?
Quest’anno gli ho chiesto, dal nulla, di poter ballare e cantare ma non ho ancora nessuna richiesta per la terza stagione. Non so ancora quale siano le fondamenta. So che ha un posto, e che si sposterà avanti e indietro nel tempo… si sta sviluppando tutto mentre parliamo. Appena saprò qualcosa allora ci penserò.
Sei nervosa o eccitata di sapere i suoi piani?
Oh, nervosa no. Lui punta su argomenti che sono assolutamente affascinanti per me: l’idea della pazzia, del tradimento. E quando mi ha detto che il personaggio sarebbe andato da un estremo ad un altro, dall’essere la suora rigida, ideologica e offuscata pedagoga a qualcuno che è completamente matto e che alla fine si redime… voglio dire, per un attore? E’ il sogno diventato realtà passare dalla A alla Z e di nuovo indietro. Non conoscevo Ryan prima di quest’anno ma lui capisce, istintivamente, cosa mi interessa come attrice. Forse non è un segreto, forse ogni attore è così ma lui scrive di cose che io amo fare. A questo punto della mia vita, è una collaborazione straordinaria. Faccio l’attrice da 35 anni e poi trovo uno come Ryan che ti chiede cosa vuoi fare… Una volta mi ha chiesto: “Hai mai girato una scena da ubriaca?” e ho detto di no. “Hai mai recitato la parte di un’ubriaca?” “Beh…no.” gli ho risposto e lui mi ha detto:” Ti andrebbe?” e io gli risposto: “Sì, sì, sì!!”
Qual è la cosa che ti piace di più nell’interpretare una persona pazza?
Non so se viene prima l’uovo o la gallina, ma so che quando recito quella parte tutto viene sconvolto. Non pianifico niente, non cerco di manipolare la situazione; cosa che mi fa pensare che ci sia una vena di pazzia in me. [ride.] Abbandono completamente me stessa ed è come se qualcos’altro prendesse il mio posto. E’ un modo incredibile di lavorare, in effetti, perchè , come ho già detto, è più di quello che vorrei ammettere ma c’è una forte componente di pazzia lì da qualche parte.
Sei stata legata e sottoposta a elettroshock, sei stata frustata e hai lottato con uno spaventoso Ian McShane. C’è stato qualcosa che ti ha fatto sentire non a tuo agio?
L’unica cosa che ho detto, dopo la seconda scena col bastone è stata: “Ok, l’ho fatta. Non c’è più niente da scoprire, qui, ho finito. Ho già fatto due scene così, non voglio farne altre.” E non hanno più scritto scene di quel tipo per me. Uno degli aspetti del mio personaggio, eccetto la scena con Ian McShane, è che sono stata in grado di evitare la violenza fisica. La violenza psicologica è decisamente più interessante da recitare che farsi accoltellare o altro. Sono molto grata di questo.
E’ assurdo che Arden e Mary Eunice siano scomparsi e che manchino ancora tre episodi alla fine.
Sì, sono andati. Davvero andati. Inizieranno a cadere come mosche d’ora in avanti. Penso che resterete sorpresi dal finale. Io lo sono stata.
Cosa ne è di Jude ora che i suoi nemici non sono più un problema?
Scenderà sempre più giù nella tana del coniglio, al punto da non poter più essere redenta. Ma accadrà qualcosa. Ryan voleva fortemente che questo personaggio non avesse un lieto fine, ma… non so, credo che gli piacesse davvero, avesse compassione per lei e che, in quale modo… volesse darle una sorta di momento di pace alla fine.

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